ricette dalla cucina vegano bresci

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era da tanto che la “vegano bresci crew” non condivideva, oltre che ai piatti… anche le ricette!

ne approfittiamo per ringraziare i degustatori, i cuochi, i lavapiatti e tutti coloro che partecipano alle cene di autofinanziamento popolare del laboratorio creativo di elemento di disturbo. la cucina è uno dei punti emersi visibili di un terreno sociale su cui affondiamo le nostre basi. non siamo un ristorante, siamo all’opposto, uno spazio in cui perdersi in chiacchiere, una piccola festa in cui sognare e che vuole dar seguito ai sogni, che sia un motore creato da una lattina o di fare una presentazione di un libro o di condividere conoscenze o di guardare insieme dei film che altrimenti non si sarebbero mai visti o collegati in quel modo così “personale”.

la cucina popolare, da tutt*/per tutt*, coglie, con questo post. l’occasione per raccontare dei menù vegani, abbondanti, senza veli, conditi di tutti i limiti e le potenzialità che gli spavaldi creativi della cucina vegana riescono ad immaginarsi.

le ricette non hanno l’intenzione di essere piatti pronti, vogliono essere appunti di diari/idee/chiacchiere e quant’altro. quindi non aspettatevi quantità esatte (perchè lavoriamo a occhio e cuore).

una cucina casalinga, che prova a dare il meglio di se con una piccola ricerca punk empirica.

 

 

menù di martedì 8/4/2014

 

  • tortino di riso e patate al pomodoro

-80 gr di riso a persona

-1 patata media a persona

-pomodori secchi sott’olio q.b.

-sale, olio e origano q.b.

questa ricetta è stata reinventata dopo una cena dalla nonna. la nonna aveva fatto un riso al pomodoro con patate, ma qui è stato ri-fatto diversamente.

parte 1: si pelano le patate, le si tagliano a pezzetti (cubetti da un paio di cm), si lessano nell’acqua bollente(un po’ più salata del solito). dopo un cinque minuti (+/-) che avete buttato le patate, aggiungete il riso. ci vuole un po’ di occhio, l’idea è che quando è cotto il riso, sono pronte anche le patate. mentre cuociono preparate una terrina (prendetene una poco più grande del volume finale del riso che state cucinando) ricoprendone le pareti interne di cellophane (basta un solo strato, serve solo per evitare che il riso si attacchi alla terrina). a parte si sgocciolano (velocemente) i pomodori secchi sott’olio e li si tritano grossolanamente. quando il riso e le patate sono al dente, scolate e raffreddate sotto l’acqua.

parte 2: si versa un po’ di riso nella terrina coperta di cellophane, si fa uno strato di pomodorini secchi tritati. un altro strato di riso, un altro strato di pomodori secchi, un altro strato di riso, un altro strato di pomodori secchi,e via così fino a quando avete finito pomodori e riso.

parte 3: battete la terrina in modo da compattare il tortino e poi mettete il tutto a riposo e godetevi un po’ di tempo libero.

parte 4: capovogete con gesto rapido e sicuro la terrina su un ripiano da forno coperto da carta forno. togliete con cautela la terrina e… ed ecco creato il tortino di riso con patatte farcito dai pomodori secchi. a questo punto, spalmate a cucciaiate (perchè troppo in un colpo non si assorbe e cola sul ripiano) la passata di pomodoro che avete mescolato con olio sale ed origano qb. infornare per un 20(?) minuti a forno medio (è già tutto cotto, l’importante è che sia servito caldo e che la passata sia assorbita bene).

parte 5: tagliare come una torta di compleanno e servire nei piatti.

 

  • tofu ai carciofi

-una fettona di tofu a persona

-un barattolo di carciofi alla romana

-salsa di soia e olio q.b.

questa ricetta ce la si è inventata, perchè aveamo un buon tofu e non avevamo molto tempo.

parte 1: comprare il tofu buono e i carciofi alla romana.

parte 2: scolare i carciofi alla romana e poi tagliarli a pezzi non troppo grandi.

parte 3: fare un’emulsione di salsa di soia e olio.

parte 3: versare l’emulsione in una terrina a cui aggiungerete il tofu buono e i carciofi alla romana fatti a pezzi.

parte 4: infornare e scardare/asciugare il più possibile-

parte 5: servire caldo nei piatti

 

  • cavolo romano

1/4 di cavolo romano di medie dimensioni a persona

1 spicchio d’aglio a persona

preparato per brodo, olio q.b.

è buono, è poco mangiato, quindi lo si è fatto.

parte 1: tagliare i “ciuffi” del cavolo cercando di prenderli dalla base. ci si mette 2 secondi di più che non tagliandolo come un “boscaiolo”, però dopo i vari pezzi non si sbricioleranno. lavare accuratamente (più è biologica, più è facile che un vermetto verde si mimetizzi tra i vari ciuffi). pelare laglio e ricordatevi di togliere sempre l’anima! (l’anima è il germoglio che è sempre più o meno presente)

parte 2: tritate l’aglio, scaldate l’olio nella pentola e aggiungete l’aglio all’olio.

parte 3: quando l’aglio ha profumato l’olio, aggiungere il pezzi di cavolo e chiudete la padella con un coperchio.

parte 4: lasciare cucinare una mezz’oretta a fuoco dolce. di tanto in tanto fate saltare la il cavolo. sconsiglio di mescolare con un mestolo perchè tende a rompere il cavolo e renderlo purè. se vedete che si stà asciugando troppo, aggiungete un po’ di courte bouillon (ovviamente più sarà fredda e abbondante l’aggiunta di brodo ristretto, più si allunga il tempo di cottura)

parte 5: servire caldo nei piatti. al laboratorio, lo abbiamo lasciato al dente e riscaldato in forno.

 

 

 

menu del martedì 15/4/2014 -menu nepaleseveneto-

abbiamo proposto un nuovo approccio bisettimanale della cena: “partendo dal piatto conosceremo il mondo!”. questo primo appuntamento bis, è cominciato con il nepal!

cucina nepalese, ricette semplici e veloci, che da martedì, vanta oltre che alla contaminazione cinese e indiana, anche quella veneta!

 

  • dal bhat vicentino

100 gr di riso basmati a persona

50gr di lenticchie secche a persona

1 carota a persona

1 cipolla piccola a persona

1 spicchio di aglio a persona

1/10 di peperoncino japaleno a persona

curcuma, cumino e sale q.b.

è il piatto nazionale nepalese. nella ricetta originale, ci sarebbe andato anche il tamarindo, ma non l’abbiamo trovato.

parte 1: lavare le lenticchie, metterle in una pentola con l’acqua fredda, e accendete il fuoco (insomma, seguite le istruzioni che trovate nella confezione di lenticchie secche). a parte cucinate il riso basmati e fate si che sia pronto quando anche il sugo lenticchioso è pronto.

parte 2: mondare e tritare cipolla, aglio e carota.

parte 3: scaldare l’olio e aggiungere il trito di cipollagliocarota.

parte 4: quando si è cotto il trito, aggiungere le lenticchie facendole saltare insieme. non temete che si cuociano troppo, che in nepal lo fanno diventare un purè. se si asciuga troppo, aggiungete acqua e correggete di sale.

parte 5: fate un letto di riso basmati caldo nel piatto e al centro aggiungetevi le lenticchie raccontando a tutti i commensali che in nepalese “dal” significa lenticchie e “bhat” invece vuol dire riso.

 

  • seitan in salsa choyla veronese

un bel po’ d’olio

una piccola cipolla per persona

uno spicchio d’aglio a persona

succo di 1/2 limone (scarso) a persona

zenzero, cumino e salsa di soia q.b.

(il peperoncino ci andava, ma ce lo siamo dimenticati)

altro tipico piatto nepalese che ha incontrato la contaminazione dei cuochi che hanno letto in internet come farlo. l’importante è il sughetto “onto”, che con il seitan ci sta benissimo. in rete si trovano anche delle varianti del “seitan alla choyla veronese” in cui al posto del seitan del teo, vengono messi i funghi.

parte 1: procurarsi dal teo il seitan fatto in casa (messaggio promozionale:)

parte 2: mondare e tritare l’aglio e la cipolla, scaldare su un tegame un po’ d’olio. cucinare il tutto. aggiungerci il succo di limone con le spezie.

parte 3: dopo aver affettato il seitan, ungete una teglia da forno. distribuite, nella teglia, strati alternati di seitan con strati di sughetto choyla. vercate di far si che il seitan tra sughetto, olio e salsa di soia, sia completamete coperto così da evitare che il seitan si secchi in cottura.

parte 4: infornare. più stà, più si insaporisce. attenzione a non bruciarlo, solo se siete stati scarsi di condimenti, avrete l’esigenza di rimescolare, altrimenti, basta solo sfornare quando si è ben insaporito.

parte 5: impiattare con eleganza le singole fette.

parte 6: scarpetta del “pocio” avanzato.

 

  • aloo tama alla vicentina

50gr di bambù a persona

1 patata grande a persona

50 gr di fagioli secchi a persona (se li trovate, consigliamo quelli a “occhio nero”, ma non avendoli trovati neanche noi ci siamo accontentati dei nostrani borlotti in scatola)

50 gr di yogurt di soia bianco a persona

1 cipolla a persona

1 pomodoro a testa

1 spicchio d’aglio a persona

1/10 di peperoncino japaleno a persona

cumino, coriandolo, zenzero, pepe, olio e sale q.b.

uno dei rari piatti tradizionali presenti al mondo in cui vengono abbinate le patate al simpatico bambu. i cuochi a questo punto della giornata erano già in ritardissimo, quindi man mano che preparavamo gli ingrenti li aggiungevamo facendoli saltare in padella.

passo 1: pelare le patate e tagliarle a pezzi. pulire e tritare la cipolla e l’aglio. scaldare la pentola con l’olio. far rosolare il trito di aglio e cipolla, aggiungere le patate facendole saltare. aggiungere il bambu tagliato alla julienne (e far saltare il tutto). mondare e tagliare i pomodori, e aggiungerli (facendoli saltare insieme). aggiugete lo yogurt, il peperoncino e spezie varie.

passo 2: travasato tutto in una teglia unta di olio.

passo 3: aggiugere i fagioli e mescolata il tutto delicatamente (per non spappolare fagioli e patate).

passo 4: far asciugare ed insaporire in forno il sughetto.

passo 5: distribuire nei piatti.

1 commento

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